L’uomo di oggi, almeno per gran parte, non è che il frutto degli uomini del passato, delle loro scelte, dei loro usi e costumi, di tutto ciò che hanno fatto affinché oggi potessimo parlare di tradizioni.
Le tradizioni hanno importanza per ognuno di noi, esse ci preesistono e ci accompagnano nel corso della nostra vita permettendoci di compiere alcuni gesti che consideriamo necessari, ovvi.
Un ambito in cui le tradizioni giocano un ruolo importante è quello funebre, i popoli del passato come i greci, i romani e gli egizi ci dicono molto delle scelte che compiamo quando costretti ad affrontare momenti difficili come questo.
Ma prima di parlare di tradizioni credo sia necessario sapere che spesso queste difficoltà possono essere superate grazie al sostegno di una buona agenzia come la Cattolica San Lorenzo, che si occupa di onoranze funebri a Roma.
Gli antichi Egizi
Come probabilmente saprete, essi credevano fermamente nella vita ultraterrena e ciò determinò lo sviluppo di un complesso culto funerario che aveva come obiettivo quello di permettere che ciò avvenisse nel miglior modo possibile.
Per vivere nell’Aldilà, gli Egizi credevano che fosse necessario preservare il corpo del defunto e ciò avveniva attraverso la pratica della mummificazione, comunemente accettata come il miglior modo per consentire all’anima di continuare a vivere nel ‘’proprio’’ corpo. Allo stesso tempo, era necessario fornire loro tutto ciò che potesse risultare utile per vivere, prima di consegnarli all’eternità attraverso una serie di rituali elaborati.
La pratica della mummificazione ebbe inizio sotto la IV dinastia e attraverso tecniche artificiali: i sacerdoti, come prima cosa, rimuovevano gli organi interni (eccetto il cuore che ricopriva un ruolo di rilievo anche nell’Aldilà) ed il cadavere fatto seccare con il nacron e poi avvolto in bende di lino. Infine venivano poste sulle teste delle maschere mortuarie di materiali più o meno preziosi (a seconda della ricchezza e dell’importanza del defunto) che rappresentavano, idealmente, la persona e l’aiutavano a ‘’riconoscersi’’.
Riti funebri
Tra questi, oltre alla donazione del cibo e alla decorazione della tomba attraverso immagini e simili, forse il più conosciuto perché interessante riguarda la ‘’pesatura del cuore’’, la tappa finale del viaggio.
Le divinità presiedevano alla cerimonia per decidere se il defunto meritasse la vita ultraterrena e per far ciò il dio Anubis pesava il cuore con la piuma della verità; se il primo risultava troppo pesante veniva divorato dal mostro Ammut, viceversa, in caso di perfetto equilibrio, il morto aveva diritto ad accedere all’Aldilà.