Ibrahimovic, ‘Son of God’ alla conquista dell’America

Ibrahimovic, ‘Son of God’ alla conquista dell’America

È forse l’unico movimento sportivo che negli  Stati Uniti d’America stenta effettivamente a decollare ma negli ultimi anni gli investimenti nel campo calcistico americano si sono praticamente raddoppiati. Non solo in termini di strutture sportive rese all’avanguardia ma anche e soprattutto grazie all’acquisto di alcuni campioni che quasi a fine carriera decidono di tentare l’avventura in MLS. L’ultimo in ordine cronologico è forse quello più clamoroso: Zlatan Ibrahimvoic, infatti, rescisso il contratto con il Manchester United lo svedese ha deciso di firmare per i Los Angeles Galaxy che qualche anno prima avevano tesserato anche un certo David Beckham.

Una scelta che ha spiazzato tutti

È vero, Ibrahimovic non ha mai vinto il Pallone d’Oro e non ha vinto neppure una Champions League, ma è sicuramente tra gli attaccanti più forti di sempre. Forte fisicamente, dotato di tecnica sopraffina e potenza fuori dal comune riesce a fare tranquillamente reparto da solo. In ogni squadra dove ha giocato è riuscito a lasciare il segno con giocate d’alta scuola e gol memorabili: Ajax, Juve, Inter, Milan, Psg, Barca, Man Utd. Insomma ovunque sia stato ha lasciato il segno e il suo approdo in MLS in qualche modo ha spiazzato un po' tutti.
Dal punto di vista mediatico è stato un vero affare per tutto il movimento calcistico che spera nel più breve tempo possibile di superare quell’ultimo gradino che rende abissale la differenza con il calcio sudamericano ma soprattutto europeo.
Dal punto di vista della Nazionale, invece, se si esclude l’ultima clamorosa esclusione dal Mondiale negli ultimi decenni sono stati fatti notevoli passi in avanti tanto da superare nelle altre quattro precedenti partecipazioni ai Mondiali sempre la fase a gironi. Nel 2009 gli Usa sono arrivati addirittura secondi in Confederetions Cup mentre nel 2016 sono arrivati quarti in Copa America.

L’impatto in MLS

Andare a vedere una partita dove gioca Zlatan è sinonimo di divertimento. Basti pensare all’esordio con i Galaxy: sotto per 3-1 a venti minuti dalla fine fa il suo ingresso lo svedese e in men che non si dica la partita viene ribaltata con annessa doppietta e assist vincente. Quattro a tre il finale.
Di fatto, allo stato attuale, Ibra non ha nulla a che dividere con il movimento americano ma l’unica speranza risiede nel fatto che a partire dai compagni di squadra in molti possano imparare da lui, tatticamente e qualitativamente in maniera tale da accrescere il bagaglio culturale calcistico progressivamente un passo per volta.
In ogni caso se vi trovaste di passaggio negli states (clicca qui per sapere come fare) non esitate ad acquistare un posto di tribuna dello StubHub Center. Non ve ne pentirete.