Attività commerciali: piccolo è ancora bello!

Probabilmente i non giovanissimi si ricordano ancora, magari dai tempi della loro infanzia, un concetto di negozio – se vogliamo, un’intera idea di distribuzione delle merci ai consumatori – molto diversa da quella che, oggi, si dimostra decisamente preponderante. Se infatti è ormai normale rivolgersi alla grande distribuzione per le spese di ogni genere, con i noti risparmi di tempo e denaro ai quali ci siamo ormai abituati, è però vero – e quarantenni e cinquantenni lo hanno vissuto in prima persona – che per molto tempo “fare acquisti”, anche soltanto per il cibo della giornata, è stata un’attività imperniata sul visitare ogni giorno molti diversi esercizi commerciali, ciascuno piccolo e specializzato in un genere di prodotto.

Sì. parliamo del piccolo negozio, che sia una salumeria, un macellaio, un panettiere. Di ridotte dimensioni, focalizzato su un prodotto, con i suoi espositori da banco e il gestore-proprietario dietro al bancone, che oltre a vendere un prodotto elargiva anche un servizio competente e professionale. C’è ancora un posto, un ruolo, per attività di questo genere? Assolutamente sì: e la chiave sta proprio nella seconda parte di quanto abbiamo appena detto, nel servizio. Acquistare in un piccolo negozio, che si tratti di una bistecca, di un libro o di una giacca, è un’esperienza diversa, e con i suoi pregi, e soprattutto con la sua nicchia di appassionati. Chi vuole un consiglio competente, chi non sa bene cosa comprare, o chi vuole anche soltanto accompagnare i suoi acquisti a qualche chiacchiera con un essere umano, troverà sempre nel negozio una dimensione molto più propria rispetto a qualsiasi fornitissimo centro commerciale.

Facciamolo, questo tentativo. Proviamo a fare una spesa non spostandoci da un corridoio all’altro del nostro solito ipermercato, ma camminando lungo le vie del nostro quartiere, entrando nei negozi, scoprendo prodotti e persone che non conoscevamo, e che invece hanno tanto da dare. Forse spenderemo qualche euro in più; ma possiamo davvero ignorare il guadagno enorme che faremo, invece, sotto il profilo umano?